puerto escondido by pino cacucci

puerto escondido by pino cacucci

autore:pino cacucci [cacucci, pino]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


3

Il chitarrista ha il naso carnoso; quasi un filetto appoggiato sul labbro. Riesce a tossire in silenzio. È una concrezione di stalattiti catarrose e antri polmonari che emettono un suono sordo, con l'eco. Aspetto un colpo più forte che lo liberi, ma ogni volta è appena un tonfo trattenuto. È stanco, assonnato, a ogni pausa tamburella sulla chitarra appesa al collo e ci appoggia le braccia, sposta il peso da una gamba all'altra, forse pensa alla branda ancora lontana, sogna di mandare tutti all'inferno e dormire una settimana di seguito. Beve sidral, perché l'alcol brucerebbe l'ultima possibilità di restare nel gruppo di mariachis, tanto fortunati da suonare alla Nueva Opera. È soltanto una cantina di lusso, un bar dove puoi mangiare tra stucchi dorati e colonne di legno lucido; niente ubriachi sinceri, e io che non riesco ad alzarmi e decidere che fare per il resto della notte. Attaccano qualcosa che sembra Al di là delle nuvole, poi continuano con Mexico Lindo e un cliente pretende di unirsi al coro. Lo assecondano, è lui che sta pagando le ultime canzoni. Il vecchio con la chitarra sfrega le corde e finge di partecipare, respira a fatica, e quando il violinista gli rivolge la parola si affretta a sorridere senza ascoltare. Appena si distrae sbadiglia, per riprendersi con un colpo di tosse subito represso. Cantano Morir de amor, e tutti sembrano godersi l'ambiente garbatamente caldo di questa cantina barocca, che in un altro giorno di qualche anno fa avrei visto con occhi affascinati. Invece tutto mi infiltra malinconia nelle ossa e aumenta la sensazione di sprecare immagini che non rivedrò più con lo sguardo della prima volta.

Il conto l'ho pagato da un'ora. Il cameriere si avvicina, e quando sta per aprire bocca mi alzo di scatto ed esco.

Cammino svelto percorrendo viuzze deserte, finché non mi rendo conto che sono ripassato un paio di volte negli stessi punti. Rallento, penso che quei tre tipi del Camino Real non hanno motivo di stare dietro a me. Domani me ne vado, verso un posto qualsiasi che abbia il mare davanti.

Il fatto che tutto sembra costare poco significa solo che finirò i soldi senza accorgermene. Certo i mille dollari in travel posso raddoppiarli, ma questo vuol dire fermarsi altri giorni nella capitale. Però mettere in piedi tutto il movimento in un altro posto sarebbe più lungo; quindi tanto vale rassegnarsi. C'è un vicolo che si chiama Motolinia, e un'insegna che dice Lafayette. È un albergo vero, squallido e anonimo, cioè accogliente e comodo per chiunque sia fuggito dal Camino Real.

— E quando si è accorto che le mancava il portafogli? — chiede staccandosi qualcosa tra i denti con l'unghia del pollice.

— Alla fermata Isabel la Catolica. Guardi qui — e gli mostro la borsa che ho recuperato in un bidone.

L'ho ripulita con l'alcol ma sembra più logora di prima. Comunque il taglio che ho fatto con l'opinel attrae tutta l'attenzione del poliziotto, che non osa prenderla in mano ma si sporge oltre la macchina da scrivere con movimenti pollini della testa.



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